Non ci sono più le stagioni di una volta!: quante volte lo sentiamo ripetere? In effetti, negli ultimi 50 anni le temperature globali hanno visto un’impennata significativa e la mancanza di interventi in grado di contrastare questo andamento sembra possa causare un ulteriore aumento di 1,5°C entro il 2030-2050.
L’effetto del Riscaldamento Globale ha già un impatto gestionale ed economico significativo per il settore primario, soprattutto in agricoltura, e comincia a sortire i suoi effetti anche in termini di benessere e performance delle bovine da latte.
La vacca da latte, infatti, trova la sua zona di confort termico tra -5°C e i 25°C, con delle leggere variazioni in funzione dello stato fisiologico e produttivo della bovina stessa.
Gli effetti negativi da stress da caldo sulla bovina possono essere divisi in tre categorie ed è importante sottolineare che questi non si arrestano con l’abbassare delle temperature, ma possono avere effetti per periodi più o meno lunghi:
Il superamento della zona di confort termico nella vacca da latte deriva da una combinazione di fattori ambientali (aumento delle temperature, umidità relativa dell’aria) e dall’incapacità di mantenersi al fresco. La combinazione di temperatura e umidità può essere misurata attraverso un indice, chiamato THI – Temperature Humidity Index che permette di definire delle soglie di stress nella vacca.
Ma è possibile selezionare per la tolleranza al caldo?
Diversi studi in passato hanno messo in evidenza differenze significative fra razze e specie nella sensibilità allo stress da caldo. In particolare, nel caso della vacca da latte, già all’inizio degli anni 2000 alcuni ricercatori hanno stimato correlazioni genetiche comprese tra -0.23 e -0.41 fra la resistenza allo stress da caldo e i caratti produttivi e ripoduttivi (Ravagnolo et al., 2000, 2002). Questo significa che selezionando esclusivamente per i caratteri produttivi si tende a selezionare animali più sensibili al caldo e all’umidità. Migliorare i caratteri funzionali della mandria, dunque, permetterà in maniera indiretta di aumentare il livello di tolleranza al calore degli animali.
A dicembre 2017, in Australia, è stato pubblicato il primo indice ufficiale per la resistenza allo stress da caldo, argomento che è ben presto diventato uno degli obiettivi del progetto LATTeco di ANAFIBJ.
Con l’uscita dati di Aprile, ci saranno, infatti, grandi novità in merito!